Il candidato autonomista, nato ad Altarello e cresciuto nella Dc mattarelliana, si presenta con Alleanza per Palermo. “Nel 2017 Orlando mi ha fatto una ‘rapina’, ora puntiamo al 15%. Faraone e Lomonte facciano squadra con noi”. Lagalla, Miceli e gli altri? “Nessuno sta sul territorio”. La ricetta per il Comune: “Certi servizi vanno privatizzati”.
La sua stanza, nel comitato elettorale di piazza Sturzo, è tappezzata con le fotografie dei “grandi” della Democrazia cristiana: don Luigi Sturzo, Alcide De Gasperi, Aldo Moro, Piersanti e Sergio Mattarella.
Lui, Salvatore Lentini – per tutti Totò – il mito dei politici della Prima Repubblica (quelli della sua Dc) ce l’ha ancora. E fa il paio con il suo essere verace, diretto, palermitano che più palermitano non si può.
